The Italian Diary

Le Gemelle: Rina & Ines

The Italian Diary: Reflections of a Canadian-Italian Daughter
The Italian Diary: Reflections of a Canadian-Italian Daughter
Le Gemelle: Rina & Ines
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Silvana Saccomani, aprile 2021

Che cosa e’ che dicono dei “gemelli” e della loro connessione unica?  Quando uno di loro ha mal di testa, l’altro si strofina le tempie? Quando uno ha voglia di un dolce, l’altro si trova improvvisamente in cucina, mescolando farina e zucchero con burro e uova?

La mia mamma, Ines, condivide queste capacita’ apparentemente telepatiche con lasua gemella identica, Rina. Oltre a questo potere soprannaturale, sono le migliori amiche, difensori fedeli  e i critici piu’onesti l’una dell’altra.

Il loro profondo legame comincio’ alla fine degli anni 30 al nord d’Italia in un periodo digrande miseria. Erano figlie di un contadino che coltivava  grano e nella vecchia fattoria vi erano soltanto un asino, tre mucche, alcune oche e tanti polli.

La mattina si alzavano all’alba, per andare nella stalla; li’ sedute l’una accanto all’altra sugli sgabelli instabili per mungere a mano le loro beneamate frisone: Stella e Bianca. Gli ultimi spruzzi  di latte venivano messi da parte e poi annacquati per fare colazione con una fetta di polenta avanzata. Le gemelle condividevano letteralmente tutti i pasti perché facevano colazione, pranzo e cena dalla stessa scodella e piatto.

Una cosa che le gemelle non fecero insieme fu frequentare la scuola. Ci sono due semplici ragioni  per comprendere  perché dovessero andarci a turno. Primo, non vi era posto per entrambe nella piccola aula scolastica del paese. Poi vi era  il problema della sedia. Ogni alunno doveva portare con sé la sedia di paglia di casa. Nella loro famiglia ne avevano solo una di scorta; e cosi’ le gemelle impararonosoltanto  la meta’ delle materie dell’anno.

Quando furono giovani, capirono che essere gemelle aveva i suoi vantaggi e di li’ cominciarono a divertirsi. Quando uscivano insieme con i loro ragazzi facevano finta d’essere l’unala ragazza dell’altro; alla fine della serata i due poveretti rimanevano confusi, non convinti d’essere usciti con la ‘giusta’ gemella.

Ines venne per prima al mondo, ma Rina era sempre la piu’ spiritosa. Quando una famiglia benestante nel paese non pago’ la mamma per aver pulito la  sua casa, fu la Rina che ando’ da loro a confrontarli.  Piu’ tardi, quando la mamma si sposo’ con il papa’ e si trasferirono in Canada, Rina rubo’ dei francobolli  per poterspedire delle lettere alla sua gemella. Non furono separate per molto tempo: dopo un anno Rina raggiunse Ines a Michel Natal, B.C.

Crescendo, ci parve di avere due madri.  Quella biologica—che dette alla luce quattro femmine e un maschio— si prendeva cura dei nostri bisogni fisici; l’altra—con due maschi e nessuna femmina— ci aiutava a sostenere i nostri bisogni emotivi.  Fummo una grande e felice famiglia, finche’ io litigai con mia mamma e scappai via, giurando di non tornare mai piu’ a casa. Corsi dalla Zia,  che abitava  a pochi kilometri di distanza. La Zia ascolto’ con compassione ed empatia le mie lamentele e poi mi spiego’ abilmente il punto di vista della mamma. Appena ebbe finito con me, chiamo’ la mamma e ripete’ processo.  Dopo poche ore, ci fu la tregua tra di noi e ioripresi la strada per tornare a casa.

Oggi, quando una sta pensando all’altra, quella e’ gia’ al telefono digitando il suo numero.

FINE

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