The Italian Diary

L’incubo sull’autostrada del sole

The Italian Diary: Reflections of a Canadian-Italian Daughter
The Italian Diary: Reflections of a Canadian-Italian Daughter
L'incubo sull'autostrada del sole
Loading
/

Anche se non hai genitori italiani, conoscerai sicuramente la storia di Pinocchio, ti ricordi il burattino che voleva diventare un bambino ed al quale si allungava il naso quando diceva le bugie?

Bene, per evitare le stesse gravi conseguenze, ti racconterò la verità.

Ti confesso che ho un amante. Io amo dormire. E il sonno ama me.  Sai, è un rapporto co-dipendente, che mio marito, Graham, ha dovuto accettare da quando ci siamo sposati.

Purtroppo, ogni volta che viaggiamo, devo abbandonare questo mio amante per un po. Perche come sai, il viaggiare è un grande ladro di sonno.  Uno contro il quale adesso devo lottare, ora che mio marito ed io abbiamo realizzato il sogno di comprare un appartamento a Montepulciano, nella bella Toscana.

Comunque “la Perla del ‘500,” come viene chiamata Montepulciano, merita questa lotta.  Del resto, per secoli, fiorentini e senesi hanno versato sangue per la conquista di questo ricco e fertile territorio. Devi sapere che ha un’orgine etrusca, e sorge su una collina tra la Val d’Orcia e la Valdichiana. Una città dove il pregiato vino Nobile scorre come l’acqua del rubinetto.

Fortunatamente per me, Graham, sai mio marito, si era sempre occupato di tutto.

Da buon“capo spedizione” lui era agente di viaggio, facchino e autista.   E dopo le 18 ore di trasvolata, si metteva alla guida, con le palpebre pesanti e sbadigliando di continuo, il poverino si infilava sull’autostrada del sole, dove molti autisti italiani si sentono piloti Ferrari sulla pista di Monza.

Ti confesso che fino a poco tempo fa ignoravo questi suoi sacrifici. Ero abituata che dopo il decollo da Vancouver sorseggiavo un calice di ottimo vino e poi mi addormentavo. Arrivati a Roma, mi risvegliavo ma solo per sistemarmi in auto continuando il pisolino. Più tardi, arrivati sani e salvi a Montepulciano, il “capo spedizione”, sfinito da tutte queste fatiche, era pronto ad infilarsi sotto le coperte, mentre io,  bella pimpante, desideravo una cena romantica.

Tutto e’ cambiato pochi anni fa, quando dovetti arrangiarmi a fare il viaggio da sola.  Senza Graham,  la mia roccia, accanto a me,  la paura diventò la mia compagna di viaggio. Mi seguiva in aereo e me la portavo anche in macchina; figurati che a Roma avevo noleggiato una Smart nera. Un colore poco rassicurante.

All’inizio, andava tutto bene. Ascoltavo la voce interiore positiva: “Forza Silvana, Ce la fai.” “Credi in te.”   Subito dopo però, un’altra voce sinistra e aggressiva mi ripeteva: “Ma sei pazza?” “Lascia perdere.” “Non sei capace.” 

Addiritura, ad un certo punto ebbi un incubo: vedevo il mio corpo disteso senza vita sull’asfalto dell’autostrada, coperto di crisantemi, che come sai, sono i fiori dei morti.

E cosi’ mentre la voce negativa e quella positiva battibeccavano tra loro, ebbi una scarica di adrenalina, che mi trasformo’ nella versione femminile di Schumacher ai tempi della Ferrari,  facendomi arrivare a Montepulciano, sana e salva.

Erano ormai le otto di sera. Saltai la cena per infilarmi sotto le coperte. E il giorno dopo mi svegliai alle 2 del pomeriggio.  Sonno, oh dolcissimo sonno, quanto mi eri mancato!!

La fine.

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *